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Rottura menisco: ecco come si guarisce

Rottura menisco: ecco come si guarisce

  • 24 February 2021
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La rottura del menisco, o lesione menisco, rappresenta circa ¼ di tutti gli infortuni che avvengono a livello dell’articolazione del ginocchio, che può colpire sia i soggetti giovani e attivi  a causa di un trauma durante un’attività sportiva oppure soggetti in età avanzata per disturbi degenerativi. Ma cosa sono i menischi e come può essere diagnosticata una lesione al menisco? E’ più efficace un trattamento fisioterapico o un’ operazione al menisco?

In questo articolo cercheremo di rispondere a queste domande, capire quando rivolgersi ad un professionista  specializzato in ambito muscoloscheletrico e cosa fare per risolvere questa problematica;  in particolar modo vedremo quali sono gli esercizi più comuni ed efficaci consigliati durante la fase riabilitativa dopo una rottura al menisco.


Menischi: cosa sono?

Molti sicuramente hanno sentito parlare , soprattutto nell’ambito sportivo, di  qualcuno che si è ” rotto il menisco” senza sapere effettivamente di cosa si tratta. Cosa sono i menischi? I menischi sono delle strutture fibrocartilaginee semilunari (possiamo paragonarli a dei cuscinetti), a sezione triangolare, che si trovano nell’aspetto laterale e mediale  (nella parte più interna) dell’articolazione del ginocchio (tra femore e tibia). La vascolarizzazione dei menischi è piuttosto particolare in quanto tende a diminuire con l’avanzare dell’età : se infatti nei bambini, più della metà del menisco è vascolarizzato, nell’adulto invece  la vascolarizzazione è del 10%-30% e riguarda soprattutto la parte esterna (chiamata zona vascolare o zona rossa) , zona dove troviamo inoltre terminazioni libere nervose e meccanocettori, completamente assenti invece nella  parte interna ( chiamata zona non vascolare o zona bianca).

Proprio per questa scarsa vascolarizzazione a livello dei menischi, i tempi di guarigione dopo una lesione al menisco dipendono da vari fattori che vedremo in seguito. Il menisco mediale (o interno) ha un forma a “C” , su di esso si inserisce il Legamento Collaterale Mediale ed insieme vanno a stabilizzare l’articolazione del ginocchio soprattutto contro gli stress in valgo; è meno mobile e per questo motivo è più soggetto a lesioni. Il menisco laterale invece, ha la forma di una “O” , non ha contatti con il Legamento Collaterale Laterale ed essendo più mobile, raramente và incontro a  lesioni o rotture.

Come si muovono i menischi? Durante l’estensione del ginocchio  si muovono anteriormente, sia per la loro morfologia articolare ma anche per la trazione del quadricipite; mentre durante la flessione del ginocchio ( ossia quando pieghiamo la gamba) questi si muovono posteriormente. Adesso che abbiamo capito cosa sono i menischi, cerchiamo di capire a cosa servono. Tra le funzioni principali dei menischi infatti abbiamo:

Ammortizzare il carico ridurre le forze di attrito che gravano sull’articolazione 

Distribuzione del carico: aumentando l’area di contatto tra femore e tibia in modo tale da ridurre lo stress articolare e quindi evitare fenomeni degenerativi precoci (come il processo artrosico)

– Stabilizzare l’articolazione: andando ad aumentare la congruenza articolare tra le superfici ossee

– Nutrimento dell’articolazione:  andando a lubrificare la cartilagine portando nutrimento attraverso il liquido sinoviale

Ruolo propriocettivo : danno un contributo alla propriocezione del ginocchio per la presenza di meccanocettori e terminazioni libere


Rottura menisco: cause

Un menisco lesionato può colpire principalmente i soggetti giovani,  soprattutto per lo svolgimento di attività sportive (con o senza contatto come ad esempio il calcio, il rugby, il basket, lo scii , il tennis) che prevedono arresti , salti e cambi di direzione , è più probabile che subiscano una rottura del menisco, soprattutto una lesione al menisco mediale,  a causa di un evento traumatico ,  mentre i soggetti anziani è più probabile che vadano incontro ad una lesione degenerativa, quindi meniscosi (soprattutto coloro che svolgono delle attività che prevedono l’accovacciamento frequente). Tra i fattori di rischio, ossia fattori che predispongono l’infortunio, abbiamo soprattutto : sesso femminile, età avanzata, elevato indice di massa corporea (BMI), bassi livelli di attività fisica oppure ritardata riparazione del Legamento Crociato Anteriore (LCA).

Uno dei meccanismi di lesione più comune è quello che colpisce il “corno posteriore del menisco mediale” soprattutto dopo il ritorno in estensione dalla flessione massima (come quando si effettua uno squat profondo), dove appunto il menisco mediale rimane incastrato a livello del condilo femorale e non riuscendo più a scivolare in avanti, viene pinzato  nel corno posteriore.

Come è possibile evidenziare una lesione al menisco? Il fisioterapista specializzato è in grado di utilizzare dei test, in particolare  ricordiamo il test di McMurray, di Apley, Thessaly ed Ege test che vanno proprio a testare l’integrità meniscale ed una eventuale positività a questi test (che riproducono  dolore nel paziente) potrebbero far ricondurre ad un problema meniscale. E’ importante sottolineare come, combinare i risultati dei vari test rimane il modo migliore per aumentare l’accuratezza diagnostica dell’esame fisico per individuare una lesione al menisco.

E’ sempre necessario fare una risonanza magnetica o radiografia? Sappiamo come,  esattamente come altri tipi di condizioni che possono affliggere il sistema muscoloscheletrico (ad esempio la presenza di un’ernia del disco in caso di lombosciatalgia), “dolore” non indica necessariamente “rottura o lesione”; vi sono infatti soggetti che pur presentando una lesione meniscale visibile alla Risonanza Magnetica (RM), sono del tutto asintomatici e soggetti con sintomi importanti a livello del ginocchio, non abbiano in realtà alcun segno di lesione visibile alle bioimmagini. L’esame clinico che attesta un blocco meccanico che và a limitare l’intero movimento e indaga la presenza di instabilità rappresenta  sicuramente uno dei principali motivi che costituisce l’ indicazione ad un approfondimento diagnostico attraverso la RM o un eventuale consulto chirurgico. L’artroscopia al ginocchio è considerata il gold standard per la diagnosi delle lesioni meniscali.

Come possono essere classificate le lesioni al menisco? In base alla localizzazione abbiamo lesioni del corno anteriore, del corno posteriore o del corpo. In base alla forma, invece, distinguiamo:

  • -Lesioni  Longitudinali
  • -Lesioni Radiali
  • -Lesioni Orizzontali
  • -Lesioni flap
  • -Lesioni a becco di pappagallo
  • -Lesione a manico di secchio

Lesione menisco: sintomi

I sintomi di lesione del menisco sono comuni ad altre condizioni cliniche che affliggono il ginocchio, in quanto a livello di questa articolazione, sono molte le strutture che possono andare incontro a sofferenza e quindi essere fonte di dolore (lesioni legamentose, tendinopatie ecc) per  cui di fondamentale importanza  risulta l’anamnesi da parte del fisioterapista specializzato e un attento esame clinico. E’ necessario infatti indagare l’ evento traumatico quindi eventuali lesioni da torsione del ginocchio (negli sportivi  infatti, generalmente il movimento scatenante è dato da un movimento torsionale  con ginocchio flesso), la presenza di gonfiore ritardato con infiammazione del menisco ( dopo circa 6-24 h dopo l’infortunio) ed eventuali episodi di blocco o cedimento del ginocchio. Tra i principiali sintomi di lesione del menisco mediale o laterale infatti abbiamo :

  • Dolore durante la palpazione a livello dell’interlinea articolare (mediale o laterale)
  • Dolore e limitazione di movimento durante la massima flessione o la massima estensione del ginocchio
  • Gonfiore 
  • Ematoma/versamento
  • Episodio di blocco o cedimento
  • Presenza di scrosci articolari
  • Dolore durante la somministrazione dei test meniscali (McMurray test e Thessaly test positivi)
  • Dolore durante le principali attività quotidiane come camminare, salire e scendere le scale, inginocchiarsi  o svolgere altre attività in carico

Rottura menisco: trattamento fisioterapico o intervento chirurgico?

La lesione al menisco può essere curata attraverso il trattamento fisioterapico oppure attraverso il trattamento chirurgico. Quale scegliere? Sicuramente la tipologia di trattamento dipende da tante variabili come  le caratteristiche del soggetto e  il tipo di lesione. Per quanto riguarda il trattamento chirurgico, esistono diversi tipi di intervento che possono prevedere una meniscectomia (ossia asportazione totale o parziale del menisco, soprattutto in soggetti di età >45 anni) oppure riparazione del menisco (soprattutto in soggetti di età <35 anni); altre tipologie di intervento prevedono inoltre la protesi o il trapianto.

Hai scoperto di avere il menisco rotto e ti hanno detto che devi necessariamente operarti? Non è sempre così! Alcuni studi infatti, hanno messo in dubbio il ruolo della chirurgia come mezzo per migliorare i sintomi riportati dai pazienti con una rottura del menisco in quanto, in generale, non è stata trovata alcuna associazione tra patologia strutturale e risultati auto-riportati per il dolore o la funzione durante le attività di vita quotidiana. Possiamo dire che, il trattamento chirurgico deve essere preso in considerazione solamente quando si ha un fallimento del trattamento conservativo o in quei casi in cui si hanno sintomi persistenti.

L’approccio di prima scelta quindi, deve essere il trattamento  basato su una riabilitazione volta alla riduzione dei sintomi, al recupero dell’articolarità e della forza muscolare, equilibrio e propriocezione,  al ripristino delle  principali attività funzionali nella vita quotidiana e il recupero dei gesti sport-specifici. Secondo alcuni studi infatti, la fisioterapia rappresenta un’efficace opzione di trattamento per i soggetti con rottura del menisco e nel lungo periodo garantisce risultati migliori rispetto alla chirurgia, per quanto riguarda il recupero della forza muscolare e della funzionalità. In una fase particolarmente acuta, potrebbero essere utili utilizzare insieme al trattamento fisioterapico, dei farmaci antiinfiammatori per ridurre dolore e gonfiore.


Rottura menisco: esercizi riabilitativi

Gli esercizi per lesione del menisco sono sufficientemente efficaci per ridurre il dolore ? Quali sono i più importanti in caso di  rottura del menisco? Per rispondere a queste domande analizziamo uno studio del 2017 nella quale  dei soggetti  di età compresa tra i 18 e i 40 anni, con lesione meniscale ( visibile in RM) idonei all’intervento chirurgico, sono stati seguiti per 12 settimane per tre volte a settimana con un programma basato sull’educazione e la fisioterapia. Il programma fisioterapico era basato su  esercizi mirati al ripristino della mobilità e al rinforzo muscolare aumentando, man mano che il dolore si riduceva, la difficoltà utilizzando pesetti, elastici, tavole propriocettive ecc.

Vediamone alcuni:

-piegamenti  del ginocchio con tallone poggiato sul lettino

-sollevamento della gamba estesa

-esercizi isometrici di rinforzo del quadricipite

-esercizi di rinforzo degli ischiocrurali

-semisquat e affondi

Tale programma è stato considerato fattibile, pertinente ed efficace dai pazienti , con importanti  miglioramenti dei sintomi,  della funzionalità nelle attività di  vita quotidiana, nelle attività sportive, e  tutti i soggetti hanno dichiarato di non voler sottoporsi a un intervento chirurgico al ginocchio dopo aver terminato il programma di fisioterapia.

Lesioni del menisco: tempi di recupero

Come abbiamo detto precedentemente, essendo il menisco scarsamente vascolarizzato, i tempi di recupero per rottura del menisco dipendono da molti fattori come l’entità,  la localizzazione della lesione, la richiesta funzionale del soggetto ecc; generalmente sono necessari dalle 6 alle 12 settimane.


Conclusioni

Hai scoperto di aver il menisco rotto e sei preoccupato? Rivolgiti il ad un fisioterapista esperto, il quale ti proporrà un trattamento riabilitativo mirato alla riduzione del dolore, recupero del movimento e della forza muscolare e ti permetterà di tornare alla tua attività sportiva il prima possibile.


Fonte

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