
Hai ricevuto una diagnosi di meniscosi e cerchi di capire cosa hai? Non avere paura, scopriamolo insieme!
“Meniscosi” (o meniscopatia) è un termine medico che indica un processo patologico degenerativo del menisco. Spesso i pazienti che ne soffrono sentono dolore al ginocchio, a livello della rima articolare, soprattutto in sede mediale. Devi considerare però che una degenerazione della struttura del menisco non esita sempre in dolore: infatti un recente studio [1] ha mostrato come siano presenti fino al 97% di ”anormalità” nelle ginocchia di soggetti sani senza sintomi. Il dolore, infatti, è un’esperienza soggettiva multidimensionale, non è sinonimo di danno tissutale e modifiche tissutali non corrispondono a patologia.
Da un punto di vista eziologico, la meniscosi viene classificata in:
- traumatica, più comune nei giovani atleti, erroneamente associati ad infiammazione al menisco e rottura del menisco;
- degenerativa, più frequente nella popolazione anziana.
Gli infortuni al menisco sono molto comuni, soprattutto nella popolazione sportiva, raggiungendo una prevalenza del 14% [2].
Anatomia del ginocchio e menisco
Il ginocchio rappresenta l’anello di congiunzione tra coscia e gamba, uno snodo cruciale per garantire molteplici attività (correre, saltare). Strutturalmente è composto dal femore, dalla tibia e dalla patella (rotula), ossa che sono interconnesse da numerosi legamenti e da una capsula articolare. Funzionalmente è costituito da due articolazioni interdipendenti: l’articolazione femoro-tibiale e l’articolazione femoro-rotulea.
Le superfici articolari dell’articolazione femoro-tibiale sono peculiari: infatti i condili femorali sono convessi, mentre l’estremità prossimale della tibia risulta “piatta”. Per garantire la corretta biomeccanica articolare, sono presenti i menischi.
Il menisco è una struttura fibrocartilaginea semilunare situata all’interno di un’articolazione [3]. A livello del ginocchio sono due, definiti come mediale e laterale. Alloggiati sul piatto tibiale, aumentano la profondità rendendo maggiormente concava la superficie articolare tibiale. Hanno funzione simile agli ammortizzatori: riducono principalmente lo stress compressivo sull’articolazione femoro-tibiale. I due menischi hanno forma diversa: quello mediale, o interno, ha una forma ovale a C, presenta due corna, uno anteriore ed uno posteriore. Quest’ultimo è statisticamente più soggetto a degenerazioni (meniscosi del corno posteriore del menisco interno); quello laterale, o esterno, ha una forma più circolare ad O, è più mobile del mediale ed è meno frequentemente interessato a degenerazioni.

Meniscosi mediale: cos’è?
La meniscosi mediale indica quindi una patologia degenerativa del menisco mediale, accompagnata o non a lesione dello stesso. I menischi giocano un ruolo importante non solo nella congruità dell’articolazione femoro-tibiale, ma anche nella stabilità e nella distribuzione di carichi nel ginocchio. La degenerazione del menisco può portare ad alterazioni della meccanica dell’articolazione così come a modifiche biochimiche che sono strettamente associate a degenerazione articolare e osteoartrosi. Il dolore si presenta nell’emirima articolare mediale, esacerbato da movimenti di estensione “forzata”, così come accovacciarsi a terra (squat profondo).
Spesso si associano alcuni fattori di rischio [4]:
- età superiore a 60 anni;
- BMI elevato (obesità);
- attività lavorativa in ginocchio o in posizione di squat;
- Ricostruzione posticipata del legamento crociato anteriore (LCA).
Meniscosi: diagnosi
Per diagnosticare la meniscosi degenerativa è necessaria una valutazione da parte di un clinico esperto in ambito muscolo-scheletrico. La diagnosi si basa sulla storia del paziente, caratterizzata da una raccolta anamnestica accurata, e sulla valutazione clinica, caratterizzata da esame obiettivo fisico.
I pazienti con meniscosi tipicamente presentano:
- dolorabilità all’emirima: dolore localizzato alla palpazione della rima articolare tra il femore e la tibia;
- gonfiore e/o versamento ritardato (6-24 ore post infortunio): aumento della circonferenza del ginocchio associato o meno a calore localizzato;
- storia di infortuni in torsione;
- storia di “blocco” o “cedimento” del ginocchio.
La diagnosi sospetta verrà poi confermata attraverso l’esame fisico. Esso è costituito dalla valutazione della mobilità passiva e della forza muscolare del ginocchio, ricercando il sintomo percepito dal paziente, dalla valutazione della stabilità del ginocchio, con stress dei principali legamenti, e da test clinici speciali, come ad esempio il test di McMurray o il test di Apley. Bisogna considerare che questi test aiutano all’identificazione della patologia, ma, presi singolarmente, danno scarse informazioni. Dunque, per individuare una meniscosi degenerativa, affidati ad un fisioterapista esperto, il quale, combinando la tua storia clinica e la valutazione obiettiva, capirà se il tuo dolore è associato o meno al tuo menisco. In caso di meniscosi degenerativa, la valutazione tramite Risonanza Magnetica (RMN) non è sempre necessaria: essa, infatti, viene utilizzata nei casi più complessi, per escludere eventuali patologie severe (come, ad esempio, una frattura) e per pianificare un intervento chirurgico, come la meniscectomia.
Meniscosi mediale: sintomi
La meniscosi del corno posteriore si presenta tipicamente con dolore localizzato nell’emirima postero-mediale del ginocchio, mentre i sintomi meccanici del menisco (blocco, cedimento) non sono molto comuni. Spesso è possibile percepire un peculiare suono, detto “popping sound”, avvertito quando si compiono attività leggere come alzarsi da una sedia o accovacciarsi a terra. Il dolore mediale può essere esacerbato da movimenti “forzati” in flessione ed estensione. In alcuni casi, il range di movimento articolare può risultare ridotto a causa di un blocco fisico dato dall’estrusione di materiale del menisco. Uno studio di Lange (2007) ha riscontrato che, in pazienti con lesione del menisco, avviene un decremento della resistenza alla deambulazione e una diminuzione della capacità di restare in equilibrio. Oltre a queste attività, possono manifestarsi difficoltà a salire e scendere le scale, stare in ginocchio, stare accovacciati.
Ricapitolando, i sintomi principali della meniscosi del corno posteriore sono:
- Dolorabilità all’emirima articolare;
- Sensazione di click articolare (“popping sound”);
- Dolore ai movimenti “forzati” di flessione ed estensione;
- Eventuale perdita di range articolare;
- Difficoltà nelle attività di vita quotidiana, come salire e scendere le scale, stare in ginocchio, stare accovacciati, camminare e stare in equilibrio.
Se possiedi alcuni di questi segni e/o percepisci alcuni di questi sintomi è altamente raccomandata una visita fisioterapica.
È possibile prevenirla?
Come tante altre patologie degenerative, la meniscosi può essere prevenuta. Si tratta chiaramente di ridurre il rischio relativo all’instaurarsi di fenomeni degenerativi. Bisogna cercare di eliminare i fattori di rischio modificabili (come, ad esempio, un peso elevato), mantenere uno stile di vita sano ed attivo, prevenire gli infortuni al ginocchio. Spesso la meniscosi degenerativa mediale è secondaria a precedenti traumi sportivi, soprattutto quelli che causano un valgismo eccessivo di ginocchio (in particolare, lesioni del LCA). Alcuni studi hanno dimostrato come la prevenzione effettuata tramite esercizi per la forza muscolare ed esercizi propriocettivi [5] possano prevenire le lesioni del LCA, dunque in maniera secondaria è possibile prevenire lesioni degenerative meniscali.
Meniscosi: intervento chirurgico o trattamento fisioterapico?
La meniscosi del corno posteriore rappresenta una patologia molto diffusa, e per tale motivo, in ambito scientifico, esistono molti dibattiti su quale sia il miglior approccio terapeutico. Nel corso degli anni sono stati prodotti diversi trials clinici che comparavano il trattamento fisioterapico, basato su esercizi terapeutici, a quello chirurgico, costituito dalla meniscectomia. I risultati prodotti da questi studi suggeriscono che non esiste alcuna differenza tra i due approcci sia in termini di miglioramenti funzionali, sia in termini di miglioramenti dei sintomi e della soddisfazione dei pazienti [6]. Per tali motivi, il primo approccio alla meniscosi del ginocchio deve essere il trattamento fisioterapico e non l’operazione al menisco.
Il compito del fisioterapista è quello di educare il paziente circa la sua condizione, chiarendo l’assoluta normalità di un “invecchiamento” tissutale, spiegando cosa sia il dolore e in che modo poterlo controllare durante le fasi più acute. Quando il paziente si trova in una fase di alta irritabilità, il fisioterapista può avvalersi di tecniche manuali che permettono di desensibilizzare il ginocchio. Queste tecniche sono sintomo-guidate, come un farmaco, per cui devono essere applicate con cautela e senza abuso. Superata questa fase critica, è necessario iniziare un programma di esercizi, volto all’aumento della forza muscolare, all’aumento della capacità di carico del ginocchio ed al ripristino delle fisiologiche attività funzionali. Tramite una corretta programmazione basata sulle preferenze del paziente, otterremo un’esposizione graduale ad attività sempre più complesse, ricercando la massima collaborazione e la massima motivazione.
Un programma di esercizi supervisionati svolti per 12 settimane in soggetti con lesione degenerativa del menisco, mostra notevoli miglioramenti nella forza del quadricipite, confrontato con il trattamento artroscopico di meniscectomia parziale [7]. In conclusione, è consigliato effettuare un trattamento fisioterapico in caso di meniscosi del ginocchio, basato su educazione, desensibilizzazione ed esercizi specifici progressivi. La scelta migliore è affidarsi ad un fisioterapista specializzato in ambito muscolo-scheletrico, il quale saprà effettuare una corretta valutazione funzionale ed impostare una programmazione di esercizi stimolanti e terapeutici.

Fonti
- Horga, L.M., Hirschmann, A.C., Henckel, J. et al. Prevalence of abnormal findings in 230 knees of asymptomatic adults using 3.0 T MRI. Skeletal Radiol 49, 1099–1107 (2020). https://doi.org/10.1007/s00256-020-03394-z
- Majewski M, Habelt S, Steinbrück K. Epidemiology of athletic knee injuries: a 10-year study. Knee. 2006;13:184-188. https://doi.org/10.1016/j. knee.2006.01.005
- Neumann, Donald A. Kinesiology Of the Musculoskeletal System : Foundations for Physical Rehabilitation. St. Louis :Mosby, 2002.
- Snoeker BA, Bakker EW, Kegel CA, Lucas C. Risk factors for meniscal tears: a systematic review including meta-analysis. J Orthop Sports Phys Ther. 2013;43:352-367. https://doi.org/10.2519/jospt.2013.4295
- Caraffa, A., Cerulli, G., Projetti, M. et al. Prevention of anterior cruciate ligament injuries in soccer. Knee Surg, Sports traumatol, Arthroscopy 4, 19–21 (1996). https://doi.org/10.1007/BF01565992
- Yim JH, Seon JK, Song EK, Choi JI, Kim MC, Lee KB, Seo HY. A comparative study of meniscectomy and nonoperative treatment for degenerative horizontal tears of the medial meniscus. Am J Sports Med. 2013 Jul;41(7):1565-70. doi: 10.1177/0363546513488518. Epub 2013 May 23. PMID: 23703915.
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